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David Hume

 DAVID HUME 


Nato ad Edimburgo il 7 maggio 1711.
è stato un filosofo scozzese, noto soprattutto per il suo empirismo radicale e per la sua critica al principio di causalità.

Hume affronta il problema della conoscenza e non ammette l’esistenza di idee innate.
Sostiene invece che tutto scaturisca dalle percezioni, ovvero tutto ciò che può essere presente nella nostra mente.

Egli suddivide le percezioni in due categorie:
  • le impressioni, dette anche apparenze sensibili: sono le sensazioni che proviamo attraverso il nostro corpo, come il dolore;
  • le idee, dette anche pensieri: derivano dalle impressioni in quanto sono il ricordo di esse; un esempio, quindi, è il ricordo del dolore.

Hume scrisse anche un trattato, intitolato “Trattato sulla natura umana”, in cui egli spiega, su cosa si basa la nostra conoscenza.

Egli sostiene che tutte le nostre conoscenze derivino dall’esperienza (percezioni) e non esistano idee innate. Poiché ogni idea è il frutto di un’impressione originaria e precedente. 
 
Secondo il pensiero di Hume, non esistono neanche idee astratte, ovvero idee non riconducibili a impressioni specifiche, come le idee della metafisica, che non hanno dunque alcun valore.

Inoltre esistono le idee complesse, che si formano a partire da quelle semplici. 
 
Secondo Hume la formazione di queste idee si deve all’immaginazione. 
Essa viene definita dal filosofo come una dolce forza di attrazione che tende a mettere insieme idee semplici che si assomigliano. 
 
Quando vengono invece messe insieme idee semplici molto distanti, le connessioni sono definite con maggiore fantasia.

L’immaginazione funziona secondo tre principi:

somiglianza: mettere insieme due idee simili; 
es. un’immagine richiama immagini simili;

contiguità: mettere insieme idee vicine nello spazio e nel tempo; 
es. l’immagine del Duomo di Milano richiama quella della Rinascente poiché si trovano vicine;

causalità: idee ordinate in base ai loro rapporti di causa-effetto; 
es. una ferita fa pensare al dolore che ne deriva.


La critica al principio di causalità

I ragionamenti che riguardano la realtà o i fatti si fondano sulla relazione di causa ed effetto. 
 
Tuttavia Hume afferma che qualunque effetto non può mai essere conosciuto a priori, cioè con il puro ragionamento, ma solo per esperienza. 
E quest’ultima ci rassicura solo su ciò che riguarda il passato, ma non abbiamo nessuna garanzia circa il futuro.

Il rapporto causale, quindi, non è né valido né necessario, bensì assolutamente arbitrario.

Eppure perché l’uomo considera assolutamente vero che, ad esempio, domani il sole sorgerà? 
 
Secondo Hume, ciò accade grazie all’abitudine: un’inclinazione ad aspettarsi che ciò che si è verificato con regolarità nel passato continuerà a ripetersi anche nel futuro.

Dunque è solo in base al nostro istinto soggettivo che riusciamo a fare previsioni.

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