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Thomas Hobbes

THOMAS HOBBES

 


Nasce nel 1588 in Inghilterra, 

fondatore della filosofia politica moderna e fautore della nuova visione dicotomica fra stato di natura e società civile.

La filosofia di Hobbes si basa principalmente sul rifiuto e la revisione dell’antico assunto aristotelico che voleva l’uomo come ”animale politico”.

 Thomas Hobbes disquisisce ampiamente su questa teoria nel suo De Cive, affermando che l’uomo non possiede un naturale sentimento di amicizia che lo porta ad interagire con gli altri uomini, semplicemente interagisce con loro per mero bisogno; a ragione di ciò, fa discendere la filosofia politica da due assunti di base: la bramosia naturale e la ragione naturale.

In base al secondo assioma di Hobbes, quello della ragione naturale, l’uomo tenta di sfuggire con ogni mezzo un eventuale rischio di morte violenta, ragion per cui porta Hobbes a postulare la teoria per la quale l’uomo sin dall’origine del mondo, non abbia mai vissuto al di fuori di una organizzazione capace di regolare i rapporti fra i vari componenti.

L’unico modo per sfuggire a questa guerra del tutti contro tutti evitando anche il rischio della vita, è l’uso della ragione. 

Alla base di tutti le Leggi naturali c’è questo postulato di base: 

la ragione agisce in modo che la vita si preservi e proibisce ad ogni individuo di far qualcosa che conduca alla distruzione della vita stessa.

Nel Leviatano, infatti, Hobbes elenca diciannove leggi di natura che mirano a sottrarre l’uomo dai propri istinti.

Per Hobbes è sì vero che le leggi di natura sono dettate dalla ragione, ma è pur vero che non sono vincolanti per gli uomini né assolute, quanto piuttosto indefinite e da utilizzare in base al fine che si vuole conseguire. Nessuno, a conti fatti, assicura che queste leggi vengano rispettate. 

L’unico modo per renderle rispettabili è quello di istituire un potere forte che punisca ogni azione contraria: lo Stato.

Si passa dallo stato di natura allo Stato civile attraverso la traslazione del potere illimitato di cui ogni essere umano gode nello stato di natura, obbligando tutti al rispetto delle leggi. Lo stato di natura si trasforma in società civile attraverso un contratto in cui ogni individuo rinuncia in maniera consensuale al proprio diritto di potere illimitato per trasferirlo ad unico soggetto che costituisce un vantaggio per tutti.

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