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RINASCIMENTO E UMANESIMO

 RINASCIMENTO E UMANESIMO


 

L’uomo può intervenire sula vita esterna.

È in grado di dominare la realtà ma anche di sé stesso.

Non nega l’esistenza di Dio, ma nel mondo anche l’uomo ha lo spazio per le sue azioni e per realizzare sé stesso.

Per il rinascimentale l’uomo è artefice del proprio destino nel mondo.

La caratteristica dell’uomo (ciò che lo rende diverso dagli altri animali). viene definito “libero e sovrano, artefice di se stesso”.

Comincia a diffondersi il neoplatonismo, da cui prendono la concezione d’amore e filosofia, riscoperta e imitazione dei classici.

Nasce la pedagogia e la filologia. 

 

Nascono  le accademie, centri culturali che si ispiravano la modello della nota Accademia ateniese.

Non erano centri educativi ma piuttosto poli di incontro fra coloro che coltivano discipline affini e sostituivano l’insegnamento delle università.

Ciò nonostante le accademie si pongono come centri di elaborazione di una cultura di alto livello, contrapponendosi al sapere rigido delle Università.

 

Lo strumento principale del rinnovamento è il “ritorno al principio”.

Nella convinzione che il medioevo fosse un periodo “oscuro” si cercò di recuperare il rapporto con l’antichità perduta (il mondo classico), rinunciando all’intermediazione della cultura clericale.

 

Il “ritorno al principio”, si caratterizzò perciò come una riscoperta dei testi, dei costumi della civiltà classica.

In questa ottica soprattutto nelle Accademie si ha una vera e propria riscoperta di Platone.

 

Esso veniva apprezzato in particolar modo perché facilmente si contrapponeva all’aristotelismo scolastico e nutriva dunque le esigenze di un rinnovamento.

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